MarvelIT
presenta:
#20
- COSCIENZA
SPORCA
di Fabio Furlanetto e Vick Sebastian Shaw
Da qualche parte nell’Oregon, sotto il Gran Deserto Sabbioso. I corridoi sono talmente anonimi che potreste pensare di trovarvi in qualunque parte del mondo, e le luci al neon vi fanno desiderare di poter essere altrove.
-Spero che il nostro arrivo inatteso non sia un problema, dottor Lieber.
-Si figuri, mrs. Richards – si affretta a rispondere l’uomo calvo sulla quarantina – Quando il governo ha smesso di finanziare l’ampliamento del Progetto Pegasus, l’unica cosa che ha salvato questa installazione è stata la Fantastic Four Inc.
-Vorrei avervi prestato più attenzione, dottor Lieber. Soltanto oggi ho letto delle recenti scoperte sul dottor Kragoff.
-Non avremmo potuto fare niente per lui, Reed.
Se le parole della moglie danno un qualche conforto a Mister Fantastic, non lo da a vedere. Il dottor Jacob Lieber sembra notare la sua espressione corrucciata; temendo che possa avere a che fare con il paziente, e considerando che si tratta dei loro maggiori (e praticamente unici) finanziatori, mette subito fine ai convenevoli e passa alle spiegazioni tecniche.
-Abbiamo seguito le sue istruzioni alla lettera, dottor Richards. Abbiamo controllato la quantità di radiazioni presente nel sangue del paziente e l’abbiamo comparato con quella delle sue…ehm… scimmie. Aveva ragione, tutti e quattro sono stati sottoposti ad un intenso bombardamento di raggi cosmici, e non c’è dubbio che siano stati esposti insieme. Abbiamo anche controllato la sua attività cerebrale… sospettiamo che i raggi cosmici abbiano danneggiato gravemente la sua corteccia cerebrale. Il che, ehm, potrebbe essere il motivo della sua…situazione attuale.
-E’ possibile vederlo ? – domanda Susan.
-Temo di no…al momento sta riposando. Sembra che si rifiuti di adeguarsi al fuso orario, anzi pare che continui a seguire quello di Mosca. E… Ivan tende ad essere un po’… violento, quando si cerca di forzarlo a fare qualcosa.
-Dove si trova ? – chiede Reed.
-Proprio dietro questo muro, perché ?
Ad un semplice cenno della mano di Reed, Susan fissa il muro finché la sua immagine trema, diventa trasparente, e poi invisibile. Dall’altra parte del muro, un uomo robusto di quasi sessant’anni sta dormendo rannicchiato in posizione fetale, tenendo stretta una scimmia di pezza. Indossa un pigiama da ospedale ed una spessa giacca invernale rossa, con della pelliccia attorno al collo. Per la stanza sono sparse delle costruzioni per bambini.
-Siete riusciti a quantificare il danno cerebrale ? – domanda Reed.
-Sembra aver dimenticato praticamente tutto della sua vita…non sapeva neanche il proprio nome. Stimiamo la sua età cerebrale attorno ai quattro anni. Pensiamo che alcune delle sue memorie siano ancora presenti a livello inconscio.
-Perché indossa ancora una parte del suo costume da Spettro Rosso ?
-Ecco, signora Richards, abbiamo provato a fargli togliere quella giacca, ma… L’ultima volta ha quasi fatto venire un infarto a un’infermiera, rendendo intangibile una mano e passandole attraverso.
-Ha mostrato segni di altri poteri, oltre all’intangibilità ?
-Nessuno. Ma non c’è modo di dire se li abbia acquisiti e non li sappia usare, o se sia rimasto quello di prima.
-E per quanto riguarda le scimmie ?
-Stanno bene, o almeno così dicono. Abbiamo parlato con loro e ci hanno detto di avere quasi tutti i ricordi dello Spettro…voglio dire, del dottor Kragoff.
-Anche loro mostrano segni simili a quelli del dottor Kragoff ? Seguono anche loro il suo fuso orario, per esempio ?
-No, niente del genere. Anche se mostrano i suoi stessi scatti d’ira in determinate circostanze. Come quando…ehm… parlano dei Fantastici Quattro.
Dopo aver reso di nuovo visibile la parete, Susan si rivolge a Reed.
-Pensi davvero che abbia qualcosa a che fare con gli U-Foes, Reed ? Sembra così…innocuo…
-Ora sì, forse, ma è stato un nemico da non sottovalutare. Per esempio, ha indagato sui nostri trascorsi con il tempio azteco in Brasile, ed ha rintracciato il suo doppio sotterraneo in Messico. Utrecht è stato chiaro su questo… tutte le ricerche erano opera di Kragoff. Solo in un secondo momento, gli U-Foes hanno preso il suo lavoro ed hanno dato la caccia alla nave aliena.
-Quale…nave aliena ? – domanda perplesso il dottor Lieber.
-E’ una lunga storia – taglia corto la Donna Invisibile – C’è un modo per farlo tornare normale, Reed ?
-Ci sono molte complicazioni. A quanto ho potuto capire, grazie al suo potere, lo Spettro Rosso ha rintracciato il proiettore di raggi cosmici e lo ha usato su di sé e le sue cosiddette “super-scimmie”. Le radiazioni hanno in qualche modo potenziato i poteri di tutti…ognuno dei quattro ora possiede intangibilità, super-forza, magnetismo e possono cambiare forma, come abbiamo visto nel nostro ultimo scontro. A questo si potrebbe ovviare facilmente, assorbendo le radiazioni in eccesso. Quello che non ho ancora afferrato appieno è come abbiano potuto le radiazioni trasmettere dei ricordi e delle conoscenze. So però che, nel caso dello Spettro Rosso, le radiazioni hanno provocato un danno molto grave al cervello. Con l’aiuto di un telepate potremmo, forse, recuperare i ricordi dalle scimmie e restituirle al proprietario, ma senza riparare il danno al cervello sarebbe inutile.
-E’ già molto essere arrivati a capire tutto questo, dottor Richards.
-No, dottor Lieber - risponde Reed, ma guardando Susan – Temo proprio che non sia affatto sufficiente.
Due giorni prima. Messico.
Allontanatosi dal resto del gruppo, la sempre amabile Cosa dagli occhi blu sta di fronte alla nuova amica Charlotte Jones, ex poliziotta e adesso detective privata. Ben sa che deve parlarle di quanto è successo quel giorno, ma non riesce a trovare le parole adatte per farlo. Non vuole rovinare l'amicizia che sta nascendo tra loro due.
-Cosa volevi dirmi, Benjamin? Mi sembri molto teso… - Chiede la donna con un'espressione preoccupata sul volto.
-Beh, è meglio se lasci parlare me Charlotte… - Le risponde il colosso roccioso. - Vedi, c'è una cosa di cui dovrei parlarti da un po' di tempo…
Il volto del gigante si fa cupo, e la sua amica inizia a preoccuparsi…
-Dimmi tutto Ben, ti ascolto.
-Ricordi quell'uomo che non t'ha aiutata a salvare quella bambina durante l'Inferno scatenatosi qualche settimana fa?
-Certo, Ben. Non credo potrò mai dimenticare la faccia di quel maledetto bastardo ! - Dice la detective stringendo i pugni.
-Ricordi anche di avermi detto che aveva dei pantaloncini con lo stemma dei Fantastici Quattro ? Beh non era un caso che li avesse…
-Ben che stai cercando di dirmi ? - Lo interrompe l'ex poliziotta con una strana espressione in viso.
Grimm estrae dalla cintura una vecchia foto scattata quando, tempo fa, riusciva a tornare umano grazie ad un proiettore simile a quello rinvenuto poco fa nel tempio sotterraneo e la mostra alla donna. In quella foto era assieme al resto del gruppo.
-Ben dove diavolo hai preso questa foto ? Ecco perché eri lì quella mattina… Ma allora eri tu ?!?!?! Potrei farti arrestare per omissione di soccorso, lo sai ??? – gli urla contro Charlotte battendo forte i pugni sul petto dell’amico. Pensava di potersi fidare di lui, ma adesso come può ancora guardarlo in faccia…
Nel frattempo, in una radura vicina all’ingresso del tempio, il resto dei Fantastici Quattro sta esaminando il proiettore di raggi cosmici con cui gli U-Foes hanno creato il loro piccolo esercito di Cose. Mentre Reed e Johnny discutono, Sue guarda preoccupata in direzione degli alberi dietro cui ha visto sparire i suoi due amici. Lei è l’unica a sapere l’atroce segreto della Cosa ed è molto preoccupata per lui. La Torcia e Mr Fantastic notano lo strano nervosismo della signora Richards e le vanno incontro.
-Sue cosa c’è? Ti vedo preoccupata… - le chiede il marito premuroso.
-Non ti preoccupare per Ben, incasserà bene il rifiuto di Charlotte, in fondo è abituato ai no delle belle donne. – ironizza Johnny subito ricambiato con uno sguardo severo da parte di entrambi.
-PRESTO, RIPORTATEMI SUBITO A CASA !!! – urla la Jones entrando dalla cornice d’alberi nella radura e dirigendosi verso l’astronave.
La Storm si copre gli occhi con una mano, mentre il fratello ed il marito si guardano negli occhi sbalorditi senza riuscire ad afferrare il senso di quanto sta accadendo.
-Cosa c’è Charlotte ? – chiede Reed alla detective newyorkese.
-Lo chieda al suo prode amico di pietra ! – risponde scostante nel momento in cui la Cosa viene fuori da dietro gli alberi. La Donna Invisibile la segue nella speranza di poterla calmare un po’.
-Ehi sassolino, cos’hai combinato questa volta ? – domanda all’amico il giovane Storm incendiandosi e volando verso di lui. Grimm si ferma dopo aver quasi raggiunto Richards. I suoi occhi sono arrossati e rivolti verso il basso.
-Suvvia, pachiderma ciottoloso, in fondo non hai ammazzato nessuno.
-Non è così testa calda… Non è così…
Detto questo la Cosa si dirige verso la navicella aliena lasciando i suoi amici completamente inebetiti.
Four Freedoms Plaza. Incrocio tra la Madison Avenue e la 42a strada. Novantunesimo piano.
Reed Richards sta osservando una serie di dati che passano su un piccolo palmare, con un’espressione poco felice. Johnny lo sta guardando da alcuni minuti, dando rapide occhiate al proiettore di raggi cosmici.
-Non mi piace quando fai quella faccia senza sparare endecasillabi, Reed… il proiettore non funziona ?
-Cosa ? Oh, certo che funziona…è stato usato dagli U-Foes, ricordi ?
-Ah, già. E allora come mai non lo usiamo su Ben ?
-Devo fare delle altre analisi.
-Meglio se fai in fretta. Non l’ho mai visto così depresso così a lungo, davvero. A parte quando è diventato la Cosa e… per quella storia di Alicia.
-Quale ?
-Due o tre delle peggiori. Senti, Reed… secondo te, Ben era in sé quando…
-Johnny, conosci Benjamin. Non farebbe del male a una mosca, figuriamoci causare la morte di una bambina. Se necessario, ricostruirò lo stato delle sue onde cerebrali all’epoca dell’invasione demoniaca.
-Vuoi dire, tipo in un processo ?
-Non lo so. Dubito che più di una mezza dozzina di persone al mondo potessero essere definite testimoni attendibili, durante l’invasione. In realtà, non sono neanche molto sicuro che Ben sia tornato umano…non ci sono tracce biologiche di quanto è successo. Le scaglie che dice di aver perso non sono state ritrovate, per esempio, e le telecamere di sicurezza erano disattivate.
-Magia. Valla a capire.
-Speravo quasi che, se avessi capito in che modo utilizzare il proiettore, saremmo stati in grado di far tornare Ben definitivamente umano.
-E invece ?
-Invece…anche se devo fare altri test… temo che il proiettore non sia la soluzione definitiva.
-E perché mai ? L’ha già usato, una volta… e l’unico problema era che gli effetti svanivano col tempo. Ma può tornare umano tutte le volte che vuole con questo, o sbaglio ?
-Vorrei tanto che fosse così, Johnny. Credimi. Ma, innanzitutto… giocare con le radiazioni può essere pericolosissimo. Persino con chi, come noi, ha acquisito una certa immunità alle dosi limitate. Ben potrà usare il proiettore, certo, ma ci saranno…delle limitazioni. Gliene ho già parlato, per non dargli false speranze come ho sempre fatto con tutte le altre cure.
-Quali limitazioni, Reed ?
-Devo ancora definire tutti i parametri, ma in sostanza… Ben potrà tornare umano solo un numero limitato di volte, e tra una trasformazione e l’altra dovrà passare un certo periodo di tempo.
-Quanto ?
-Potrei sbagliarmi, ma se ho capito bene il periodo di decadimento, il surplus di radiazioni permetterà a Ben di restare umano per circa trentasei ore, prima di tornare la Cosa. E non potrà tornare umano prima di diverse settimane.
-Cavolo. E non si può fare altro ?
-Non senza cambiare le leggi della fisica, Johnny. Inoltre, il processo sarà attuabile solo un limitato numero di volte. Ogni trasformazione rilascia una piccola quantità di radiazioni residue, che rimangono all’interno della struttura cellulare di Ben. Al momento non c’è un modo per eliminare questo fattore senza annichilire ogni singola molecola di DNA. Queste radiazioni si accumulano ad ogni trasformazione… dopo circa trenta applicazioni, il proiettore diventerà del tutto inutile.
-Non è quello che speravamo, ma almeno è già qualcosa.
-Vorrei che Ben fosse dell’umore giusto per apprezzarlo, ma… a cosa gli servirebbe tornare umano per poco più di un giorno, in una situazione come questa ?
Benjamin J. Grimm osserva pensieroso il proiettore di raggi cosmici, lascito di chissà quale civiltà aliena. In realtà non sta vedendo questo, ma se stesso durante l’ultima crisi di Inferno. Umano, libero dalla prigione di pietra che lo opprime da anni, ma così preso da se stesso da non poter aiutare quella bambina.
A poco valgono le scuse che ha provato a cercare…che non fosse in sé, che in forma umana forse non sarebbe stato in grado di aiutarla… ma sa che sono tutte inutili. Proprio come quel vecchissimo rottame, che funziona solo quando non serve a niente.
Sotto la roccia può sentire a malapena la mano che gli si appoggia sulla spalla sinistra, e vorrebbe ignorarla.
-Forza, Ben – dice la Torcia Umana con il tono più amichevole di cui dispone – Sistemeremo anche questo nello stesso modo di sempre.
-E sarebbe ? – risponde la Cosa, senza che gli venga in mente nessun nomignolo per il compagno di squadra.
-Come una famiglia – dice Susan, prendendo sottobraccio la sua enorme mano destra.
-Vorrà dire che questa volta eviterò di lasciare il gruppo ed eviterò di fare troppo casino – risponde con un sorriso, un po’ forzato ma non per questo inutile.
-Sarebbe anche ora – mormora Johnny, fulminato dallo sguardo della sorella.
Un braccio elastico si allunga fino ad arrivare ad una consolle, ed i sistemi diagnostici del proiettore vengono spenti. Reed Richards si avvicina al resto della famiglia, evitando di cercare di consolare il suo migliore amico. Susan e persino Johnny sono sempre stati migliori di lui in questo, ed in fondo la colpa della situazione di Ben ricade ancora su di lui.
-Susan…Ben…Johnny…forse è arrivato il momento di riconsiderare il modo in cui abbiamo agito negli ultimi tempi. Reazione anziché azione… siamo stati ad aspettare finché non si sono presentate delle crisi. Se fossimo stati più attenti e avessimo seguito meglio le conseguenze della scoperta di un tempio per metà alieno, non avremmo dovuto affrontare gli U-Foes ed avremmo risparmiato molte sofferenze alle loro cavie umane. Persino lo Spettro Rosso è stato più accurato di noi, in tal senso. E ci siamo lasciati sfuggire molte cose importanti proprio da sotto il naso, perché non le volevamo vedere.-
Il veloce scambio di sguardi tra Reed e Ben dice ai due vecchi amici molto più di quanto potrebbero fare molte parole.
-Anni fa, abbiamo scelto di mettere le nostre capacità al servizio del pianeta. E, a mio parere, negli ultimi tempi il nostro servizio è stato estremamente scadente.
-Questo vorrà dire – continua Susan – un’osservazione più dettagliata delle minacce, una maggiore attenzione alle conseguenze delle nostre azioni, e… tolleranza zero contro i nemici. Senza mezzi termini.
-E sappiamo tutti cosa vuol dire, nell’immediato – la interrompe Johnny.
-Destino – chiarisce Ben, con voce più determinata rispetto a quella di prima.
-Incontrovertibilmente, per fare tutto ciò dovremo essere uniti – termina Reed, tendendo il braccio verso il centro del gruppo. Nessuno degli altri ha mai dimenticato cosa significa.
Susan e Johnny appoggiano la mano sopra quella di Reed, e tutti e tre guardano verso Ben, che aggiunge la propria mano.
-Come sempre, Gommolo…come sempre.
CONTINUA…